sabato 26 maggio 2012

Narrazioni

Nelle favole

"Animal farm" ("La fattoria degli animali") di Orwell, scrittore e giornalista inglese del Novecento, può essere considerato una sorta di favola distopica moderna. Questo romanzo-favola è una satira e allegoria del governo stalinista e, più in generale, di tutta la condizione russa del periodo post-rivoluzione; i protagonisti dell'opera sono dunque animali come mucche, pecore, cavalli, maiali, cani, corvi e galline. Al tema della manipolazione si lega in particolare la figura delle pecore, le quali rappresentano le masse ignoranti e facilmente soggiogabili mediante  l'uso di slogan e di un arguto uso della lingua. Celebre è diventato lo slogan "four legs good, two legs bad" (usato per indicare la superiorità dei maiali nei confronti di altre specie animali) che al termine dell'opera è trasformato in "four legs good, two legs better" dopo che uno dei maiali protagonisti impara a camminare su due gambe; questo fatto indica come le pecore siano dunque piuttosto facili da manipolare, proprio come avviene spesso con le masse, non solo in Russia negli decenni successivi alla rivoluzione, ma in tutto il mondo e in tutte le epoche. Quest'opera, che può dunque essere considerata a tutti gli effetti una favola moderna dal momento che i protagonisti sono principalmente animali, sottolinea molto chiaramente la pericolosità della manipolazione, in particolare ai danni delle masse più superficiali e meno colte e meno abili nel capire bene cosa succede intorno a loro. 

Ecco un estratto del testo:
"Si trovò pure che le bestie più stupide, come le pecore, le galline e le
anitre, non riuscivano a imparare a memoria i Sette Comandamenti. Dopo
molto pensare, Palla di Neve dichiarò che i Sette Comandamenti potevano
effettivamente venir ridotti a un'unica massima, e cioè: «Quattro gambe,
buono; due gambe, cattivo». Ciò, disse, contiene il principio essenziale
dell'Animalismo. Chi si fosse bene imbevuto di tale massima sarebbe stato
al sicuro da ogni influenza umana. Dapprima gli uccelli protestarono,
sembrando loro di aver anch'essi due gambe, ma Palla di Neve riuscì a
dimostrare che le cose stavano diversamente. «Le ali degli uccelli,
compagni» disse «sono un organo di propulsione e non di manipolazione.
Devono quindi essere considerate come gambe. Il segno distintivo
dell'uomo è la mano, lo strumento col quale egli fa tutto ciò che è male.»Gli uccelli non compresero le parole difficili di Palla di Neve, ma
accettarono la sua spiegazione, e tutti i più umili animali si applicarono a
imparare a memoria la nuova massima: «Quattro gambe, buono; due
gambe, cattivo» fu scritto sul muro di fondo del granaio a lettere cubitali,
sopra i Sette Comandamenti. Imparata che l'ebbero a memoria, lamassima piacque tanto alle pecore che spesso, sdraiate sul prato, esse
cominciavano a belare: «Quattro gambe, buono; due gambe, cattivo!
Quattro gambe, buono; due gambe, cattivo!» e continuavano per ore e ore,
senza stancarsi mai di ripeterla."



Nelle fiabe

La fiaba "Le avventure di Pinocchio" di Collodi affronta la tematica del "manipolare" e dell'inganno attraverso le figure del Gatto e della Volpe, i quali rappresentano la tipica figura dei raggiratori. Il protagonista della fiaba, Pinocchio, è proprio la vittima preferita del Gatto e della Volpe; questi ultimi convincono Pinocchio a seminare delle monete in modo da far crescere un albero di zecchini d'oro, con il chiaro fine di rubare il denaro del povero protagonista. I due inoltre, durante tutto il corso della fiaba, si fingono ciechi o malati per suscitare la compassione altrui e guadagnare immeritatamente così qualche moneta. Il loro modo di convincere le malcapitate vittime si basa su grandi capacità oratorie e sulla ricerca di parole più che mai ambigue che riescono però ad abbindolare più volte gli altri personaggi della fiaba.

Ecco un estratto dalla fiaba:
"Ma non aveva fatto ancora mezzo chilometro, che incontrò per la strada una Volpe zoppa da un piede e un Gatto cieco da tutt'e due gli occhi, che se ne andavano là là, aiutandosi fra di loro, da buoni compagni di sventura. La Volpe che era zoppa, camminava appoggiandosi al Gatto: e il Gatto, che era cieco, si lasciava guidare dalla Volpe.
"Buon giorno, Pinocchio", gli disse la Volpe, salutandolo garbatamente.
[...]
E tirò fuori le monete avute in regalo da Mangiafoco.
Al simpatico suono di quelle monete la Volpe, per un moto involontario, allungò la gamba che pareva rattrappita, e il Gatto spalancò tutt'e due gli occhi, che parvero due lanterne verdi: ma poi li richiuse subito, tant'è vero che Pinocchio non si accorse di nulla.
"E ora, gli domandò la Volpe, che cosa vuoi farne di codeste monete?"
"Prima di tutto, rispose il burattino, voglio comprare per il mio babbo una bella casacca nuova, tutta d'oro e d'argento e coi bottoni di brillanti: e poi voglio comprare un Abbecedario per me."
"Per te?"
"Davvero: perché voglio andare a scuola e mettermi a studiare a buono."
"Guarda me!" disse la Volpe. "Per la passione sciocca di studiare ho perduto una gamba."
"Guarda me!" disse il Gatto. "Per la passione sciocca di studiare ho perduto la vista di tutti e due gli occhi."
In quel mentre un Merlo bianco, che se ne stava appollaiato sulla siepe della strada, fece il solito verso e disse:
"Pinocchio, non dar retta ai consigli dei cattivi compagni: se no, te ne pentirai!"
[...]
Erano giunti più che a mezza strada, quando la Volpe, fermandosi di punto in bianco, disse al burattino:
"Vuoi raddoppiare le tue monete d'oro?"
"Cioè?"
"Vuoi tu, di cinque miserabili zecchini, farne cento, mille, duemila?"
"Magari! E la maniera?"
"La maniera è facilissima. Invece di tornartene a casa tua, dovresti venire con noi."
[...]"Pensaci bene, Pinocchio, perché tu dai un calcio alla fortuna."
"Alla fortuna!" ripeté il Gatto.
"I tuoi cinque zecchini, dall'oggi al domani sarebbero diventati duemila."
"Duemila!" ripeté il Gatto.
"Ma com'è mai possibile che diventino tanti?" domandò Pinocchio, restando a bocca aperta dallo stupore.
"Te lo spiego subito", disse la Volpe. "Bisogna sapere che nel paese dei Barbagianni c'è un campo benedetto, chiamato da tutti il Campo dei miracoli. Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro per esempio uno zecchino d'oro. Poi ricuoprì la buca con un po' di terra: l'annaffi con due secchie d'acqua di fontana, ci getti sopra una presa di sale, e la sera te ne vai tranquillamente a letto. Intanto, durante la notte, lo zecchino germoglia e fiorisce, e la mattina dopo, di levata, ritornando nel campo, che cosa trovi? Trovi un bell'albero carico di tanti zecchini d'oro, quanti chicchi di grano può avere una bella spiga nel mese di giugno." 


Nella letteratura

Un'altra opera di Orwell, "1984" è assai importante per affrontare in maniera completa il tema della manipolazione. Questo è un romanzo “distopico” (dystopian novel) in quanto ritrae un’ipotetica futura società totalitaria governata da un enigmatico personaggio conosciuto come “Big Brother”. Egli, attraverso l’uso di telecamere, della “Polizia del pensiero”, del “Ministero della Verità” e grazie ai membri del suo partito (“Inner Party”), dirige, controlla e manipola le azioni, i comportamenti e in particolare i pensieri del suo popolo, che si sente profondamente a disagio a causa del controllo assiduo e soffocante dello stato. Winston Smith, il protagonista del romanzo, tenta di ribellarsi al sistema ma, suo malgrado, verrà imprigionato, torturato nella famigerata “room 101” e, dopo aver subito il lavaggio del cervello, il suo spirito ribelle infine verrà domato. Winston sarà così allineato al regime. La trama dell’opera è piuttosto semplice e lineare, ma ciò che affascina e, da un certo punto di vista, inquieta e terrorizza è il suo significato, in particolare i meccanismi politici di questo regime totalitario. Il tema fondamentale del romanzo è appunto la capacità di chi governa di manipolare le masse in ogni aspetto della loro vita con i più impensabili mezzi, tra cui la creazione del cosiddetto “Newspeak” (che consiste nell’eliminare dalla lingua corrente qualsiasi termine che possa dare origine ad un pensiero considerato sovversivo dal governo) e la revisione dei libri di storia e dei giornali, modificandone gli eventi affinché siano in linea con l’attuale condotta dello stato totalitario. Orwell vuole quindi evidenziare i rischi connessi alla manipolazione delle masse con espliciti riferimenti ai regimi totalitari della prima metà del ‘900, sia di destra sia di sinistra. L’emblema della manipolazione è senz’altro la già citata “Polizia del Pensiero” che, con il suo ossessivo controllo sulla popolazione, la costringe ad una percezione distorta della realtà, il cosiddetto ”doublethink”: da un lato Winston Smith e gli oppositori del regime sanno che le informazioni che ricevono sono false, ma allo stesso tempo devono accettarle come fossero verità assolute pur non condividendole.




Nei fumetti
  
Sono molti i fumetti nei quali è riscontrabile il tema della manipolazione; ad esempio la saga di film "Star wars", dalla quale è stata scritta una serie di fumetti, affronta il tema della manipolazione mentale. Ho scelto però un esempio più emblematico, cioè l'Uomo Ghiaccio (Iceman), personaggio della serie di fumetti "X-men" che ha ispirato anche una famosissima serie di film; egli è in grado di manipolare l'umidità dell'aria in modo da congelarla, in quanto lui stesso riesce a trasformare la propria fisiologia in ghiaccio.


Nei filmati pubblicitari

Il video pubblicitario che è possibile trovare al link http://www.youtube.com/watch?v=f3SpD-ARgkg è particolare in quanto sottolinea chiaramente come la pubblicità stessa sia un esempio palese di manipolazione ai danni delle masse, cioè degli spettatori. Il video pone l'attenzione in particolare su certi messaggi subliminali e su come, inconsapevolmente, nelle nostre azioni quotidiane spesso siamo portati a comportarci imitando certi "miti" televisivi.


Il filmato http://www.youtube.com/watch?v=gNUDMtpHcRM si sofferma invece sul significato originale del termine "manipolare", in quanto mostra come l'uomo nel corso della storia e con lo sviluppo della tecnologia sia riuscito a creare strumenti dai più semplici ai più complessi partendo sempre però da oggetti tutto sommato semplici e comuni.


Nel cinema


La serie di film "Matrix" (iniziata nel 1999) si basa sul tema della manipolazione mentale effettuata con il fine principale di conoscere il proprio destino per conoscere meglio la propria identità.


Anche il film "Dark city" (1998) affronta questo tema, che si intreccia al tema del nostro passato e del futuro che desideriamo conoscere ad ogni costo.


Infine la più recente pellicola "Inception" ha come argomento principale quello del "furto" di preziosi segreti dal profondo del subconscio mentre si sogna, quando la mente è al massimo della sua vulnerabilità.




Nelle canzoni


  Manipulation - Fear Factory


 I must be dreaming - Evanescence


Nessun commento:

Posta un commento